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Perchè alle aziende serve una community?

Perchè alle aziende serve una community?

Come i brand trasmettono i loro valori

Una passione, un ideale, un’azione, tutto può legare le persone anche senza che si conoscano. La condivisione di qualcosa di intrinseco, che trasmetta un messaggio e possa accogliere attorno a sé i più diversi individui, è uno dei metodi più potenti per sradicare le barriere che ci impongono le distinzioni sociali. Niente colore della pelle, credo religioso, stile di abbigliamento, carattere o scelte di vita: chiunque può trovarsi a specchiarsi nelle parole di ciò che viene trasmesso.

Le aziende hanno compreso l’importanza del messaggio nella propria comunicazione. Oltre ai social, ai testimonial, alle varie pubblicità, i prodotti rimangono impressi nella mente dei potenziali consumatori perché si avvalgono di un significato più profondo rispetto alla semplice bellezza dell’oggetto in vendita. Condividere la passione per la corsa, superare i propri limiti, seguire i propri sogni scalando le montagne. Qualunque sia l’obiettivo o il desiderio da realizzare o riconoscere un ideale in comune, il brand può raccogliere le persone attorno al proprio marchio grazie all’empatia e alla rappresentazione di ciò che queste potrebbero ricercare.

La gente si raccoglie inconsapevolmente attorno ad un significato. Se prima lo facevano per distinguere le classi sociali (“io posso permettermelo e tu no”), per rimarcare la propria capacità economica e stile di vita, ora chiunque, proveniente da qualsiasi ambiente, può ritrovarsi a condividere la stessa passione e desiderio di far parte della community di un brand. Una community, che il più delle volte si forma in modo autonomo, con dei fan che iniziano a radunarsi, a collezionare le nuove proposte del brand, a sfoggiarle in giro e ad innescare il desiderio degli altri di far parte dei first movers.

Ed è proprio così che i brand trasmettono il proprio messaggio: attraverso le persone. Individuano il contenuto che sia il più appropriato possibile al proprio marchio e lo declinano per trasmetterlo al loro target. Ci penseranno poi gli individui a far circolare la voce, parlando della qualità, dell’ultima novità, dell’utilizzo e (altrettanto importante) della facilità e del piacere nel comprare il prodotto stesso (che sia la gentilezza della commesse o un sito responsive che ti porta subito al carrello).

La forza di un messaggio sui social

Dietro ad ogni post, ogni contenuto, ogni foto o grafica c’è un’attenta analisi su ciò che si vuole comunicare, in che modo e per quale target. Un messaggio confezionato minuziosamente per arrivare al cuore delle persone, trasmetterle qualcosa, farle sentire parte del significato e portarle a condividere il contenuto anche nella propria bacheca e tra gli amici.

Magazine, locandine, cartelloni pubblicitari, radio e televisione: questi erano (e alcuni lo sono ancora) i mezzi principali per raggiungere le persone. Chiunque comprasse quel giornale, si trovasse davanti al totem o girasse tra i canali televisi, si ritrovava di fronte al messaggio del brand. Ma poteva essere un impatto poco efficace, momentaneo, che non potevi più ritrovare a meno che non ti mettessi a cercare personalmente sul loro sito.

Ci si sentiva parte di un gruppo che voleva seguire il brand, utilizzarne i prodotti, sfoggiarli e aggregarsi con simili che avessero la stessa passione, ma il messaggio non andava oltre a quello televisivo. Se ti piaceval’oggetto, lo compravi e qualcuno ti avrebbe seguito. Da diversi anni a questa parte invece, l’ascesa dei social hanno reso possibile una condivisione molto più profonda e intima del significato del brand. Il messaggio non viene solo veicolato nei soliti canali, ma gli stessi social network lo rendono visibile e disponibile in un istante, dando lo spazio alle persone non solo di vederlo, leggerlo e salvarlo, ma anche di condividerlo e trasmetterlo ad altri.

Con i social tutto è più veloce, il messaggio può venire condiviso e addirittura personalizzato, il target si espande e l’occhio cade più facilmente su ciò che circola online. Ma la condivisione è solo una piccola parte di ciò che i brand possono aspettarsi dai propri follower: dando a questi ultimi gli strumenti e la possibilità di gestire incontri e uscite con altri seguaci, li rendono dei veri e propri brand ambassador, dei fan che, per primi, ci mettono la faccia sostenendo e venendo sostenuti dal marchio prescelto. Ed è così che un brand raggiunge il cuore delle persone: riportandole al centro della scena. Non si tratta più di ottenere un prodotto in quanto strumento per far parte della community, ma arrivare a comunicare come il prodotto ci faccia sentire, trasmetterlo agli altri e portarli a volerne fare parte.
MARKETERs Day 2017: le community come luogo d’incontro virtuale
La community diventa il luogo d’incontro. Un posto virtuale che l’azienda stessa viene a creare per accogliere tutti i suoi fan e dargli lo spazio adeguato dove poter continuare a condividere, comunicare e trasmettere il messaggio iniziale.
Un esempio del potere delle persone l’abbiamo visto anche all’evento del MARKETERS Club.
Il MARKETERs Day 2017, l’evento del 16 giugno a cui abbiamo partecipato come media partner, ci ha aperto le porte alle community di 4 grandi ospiti.
Una giornata assieme a degli speaker eccezionali che, parlando del loro successo, non hanno mai smesso di ricordarci che dietro alla loro fama c’è un gruppo immenso di persone, di fan, che credono nel loro messaggio, nella loro realtà e in ciò che rappresentano. Un riconoscimento importante verso i loro follower, che sono i veri ambassador del brand, stimatori degli ideali proposti e testimoni di cosa voglia dire fare parte di una community. Dietro al duro lavoro, ad una brand identity forte e riconoscibile, dietro a questo successo ci sono solo le persone che si sono riconosciute nel messaggio trasmesso e, a loro volta, l’hanno condiviso con altri amici, follower, individui coinvolgendoli personalmente nel loro stesso interesse.Questa nota (bit.ly/FeelersCommunity) può farvi capire meglio cosa significhi avere una folla a sostenere i vostri sogni. La community di Rockin 1000, la prima ad essere presentata al #MDay17, ci ha sbalorditi per la semplicità del messaggio inoltrato e la capacità comunicativa. Un lavoro incredibile per ricevere una risposta altrettanto forte ed emotiva, che ha dato vita al progetto di un sognatore che non ha voluto arrendersi.
Gli altri ospiti non sono stati da meno. Basti pensare che tra Facebook, Harley Davidson e Slim Dogs Production, abbiamo sentito parlare della nascita, crescita e passione per altre tre realtà incredibili. Tre ospiti completamente diversi, professionisti in settori assolutamente incompatibili, ma con in comune una community formata da persone che credevano, e credono ancora oggi, nel loro messaggio. Qui richiederebbero molte più ore e molti più articoli per poter trascrivere tutto ciò che abbiamo visto e imparato il 16 giugno, ma, per risparmiare tempo e tastiere, abbiamo riassunto i capisaldi delle presentazioni del #MDay17, per non dimenticarceli mai.