Loader

GUERRILLA MARKETING: quando la comunicazione coinvolge in prima persona

In questi anni di agenzia abbiamo incontrato e conosciuto diverse realtà che ci hanno permesso di acquisire una certa dose di esperienza nel campo del marketing: questa si è trasformata in un metodo di lavoro strutturato e ben definito, una sequenza di fasi ben oliate tra di loro che ci garantisce di raggiungere gli obiettivi prefissati con le realtà che seguiamo.

La creatività è una componente indispensabile perché questo sistemi funzioni: trovare nuovi modi per esprimerla nel nostro campo si traduce in un’esplorazione dei diversi modi di fare un marketing non convenzionale, come lo è ad esempio il guerrilla marketing. Di che cosa si tratta? Ne parliamo in questo articolo.

 

CHE COS’È IL GUERRILLA MARKETING?

Iniziamo con il definire che cos’è il guerrilla marketing: è una tipologia di marketing che utilizzando metodi non convenzionali e strumenti low-cost raggiunge obiettivi tradizionali. (Fonte: InsideMarketing)

Le diverse tipologie

Come abbiamo anticipato poco fa, esistono diversi metodi con cui questo tipo di marketing viene declinato.

C’è il buzz marketing, dove l’obiettivo finale è quello di creare una conversazione (e interesse) attorno al prodotto; c’è l’ambient marketing, che inserisce gli annunci pubblicitari in luoghi insoliti e imprevedibili, in modo da riuscire a catturare anche lo sguardo più distratto; e poi c’è il marketing che utilizza le cacce al tesoro. Vediamoli nel dettaglio.

 

1. Il buzz marketing

Il primo esempio, forse il più interessante tra quelli che vedremo per il tipo di impatto che ha avuto nel coinvolgimento dell’opinione pubblica e nel successo riscosso, è stata la campagna di promozione del film uscito nel 1999 Blair Witch Project

In un momento in cui internet stava appena iniziando a prendere piede ma non era ancora così diffuso come lo è oggi, utilizzarlo per creare hype intorno a un caso (finto) di persone smarrite, riprendendo di fatto la trama del film trasportandola nella realtà, è stata la mossa vincente. 

Il film, scritto e diretto da due registi esordienti, non aveva inizialmente una base favorevole per sbancare il botteghino: nessun nome coinvolto nella produzione era conosciuto dall’opinione pubblica, il genere a cui il film appartiene era di nicchia e le probabilità che passasse inosservato erano alte. 

Gli autori hanno quindi utilizzato il sito ufficiale del film per diffondere, un anno prima l’uscita del film, il poster di tre giovani ragazzi scomparsi con tanto di finte biografie, interviste a genitori e informazioni utili a rendere il più veritiero possibile il caso e una frase scritta all’interno del sito: 

 

Nell’ottobre del 1994 tre studenti videoamatori scomparvero in un bosco nei pressi di Burkittsville, nel Maryland, mentre stavano girando un documentario… Un anno dopo fu ritrovato il loro filmato”

 

L’interesse crebbe a dismisura, alimentato dal dubbio che l’evento segnalato sul sito potesse essere vero o falso, tanto da spingere le persone ad andare in sala per vedere con i propri occhi il filmato “ritrovato”. 

Il risultato fu un successo al botteghino di gran lunga maggiore rispetto al budget inizialmente investito, tanto da far rimanere questo film nella storia del cinema (e del marketing).

 

Poster diffuso online

 

2. Le cacce al tesoro

Altra declinazione interessante del guerrilla marketing è quella di creare delle cacce al tesoro, una modalità che rende veramente protagonista il target. 

Nell’ottobre del 2014 la Books on the Underground, un’associazione che promuove bookcrossing, ha seminato in tredici stazioni della metro di Londra trecento copie della trilogia di Hunger Games a edizione limitata. Le stazioni scelte rispecchiavano le caratteristiche dei distretti di Panem: quello che nel libro era il primo distretto, teatro della produzione di beni di lusso, nella città londinese era diventata Knightsbridge, la fermata di metro di Harrods. 

 

Copertina del primo volume

 

In questo modo i lettori, per trovare le copie, avrebbero dovuto capire e associare i diversi luoghi di fantasia a luoghi che vivevano ogni giorno. 

Un coinvolgimento non solo fisico ma anche emotivo, sicuramente una chiave vincente per rimanere nel cuore delle persone e spingerle a ottenere il prodotto così pubblicizzato.

 

3. L’ambient marketing

E se passeggiando per le strade si guardasse il marciapiede e si vedesse un’etichetta di un marchio? 

È il caso dell’ambient marketing attuato da Mc Donald in Svizzera che ha sostituito le strisce pedonali con il disegno delle patatine posizionate nell’iconica confezione. Colorare quindi un ambiente attraversato quotidianamente da una moltitudine di persone in grado di attirare anche lo sguardo più distratto è la soluzione perfetta per ottenere una comunicazione di impatto a basso costo.

 

Foto dall’alto delle strisce pedonali trasformate

 

 

4. Un marketing non convenzionale

Ultimo esempio di marketing non convenzionale in grado di far vivere e interagire in prima persona un’esperienza del prodotto da pubblicizzare che esploriamo oggi è quello fatto in occasione dell’uscita di Stranger Things.

Con l’uscita della terza stagione, Burger King ha adattato il suo Whopper al Sottosopra, luogo simbolo della serie, componendo gli ingredienti in modo capovolto. In questo modo le persone che si trovano a mangiare da Burger King vengono trasportate nell’atmosfera della serie e soprattutto vengono a conoscenza del fatto che la serie è in uscita e aspetta solo di essere vista.

 

Poster utilizzato nella campagna

 

Perché scegliere il Guerrilla Marketing? 

Tutti questi esempi visti finora dimostrano come il guerrilla marketing sia adattabile a diverse nicchie e a diversi prodotti, con una richiesta di budget relativamente bassa. L’investimento maggiore in questo caso infatti è sicuramente la creatività necessaria per sviluppare idee originali in grado di colpire il target e rimanere impressi nelle loro menti.

Se vuoi approfondire ti lasciamo qui le fonti: